Ha iniziato la carriera nei primi anni '70 con lavori vicini al rock progressivo e sperimentale, in cui si può ritrovare l'influenza di Tim Buckley, e forse anche di Peter Hammill. I suoi primi due album Aria (1972) e Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto (1973), hanno entrambi la stessa struttura: il brano che dà il titolo occupa un'intera facciata, ed ha una struttura melodica complessa ed elaborata, con testi alquanto oscuri. I brani delle altre facciate hanno testi generalmente meno ermetici e, dal punto di vista musicale, sono meno lontani dalla forma classica della canzone melodica. Particolarmente conosciuti, all'epoca, furono Vorrei incontrarti da Aria e Serenesse da Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto.
Il terzo album segna un dichiarato periodo di crisi. In Ma tu mi ascolti Alan Sorrenti canta Ora sai che non sono forte / e ora sai che ho paura di vivere [...] / Era inverno inoltrato / quando hanno cercato / di farmi dimenticare di me stesso / ed io mi sono perso [...]. Ottiene comunque un discreto successo con una reinterpretazione personale di un classico della canzone napoletana: Dicitincello vuje, pubblicato anche come singolo.
Raggiunge una vasta notorietà solo effettuando un completo cambiamento di rotta musicale, virando bruscamente verso la dance, una dance secondo alcuni raffinata e con arrangiamenti superbi, secondo altri si tratta invece di una svolta desolante.
Gli album Figli delle stelle (1977) e quello successivo L.A. & N.Y. (1979) contengono due dei suoi più grandi successi commerciali, ossia Figli delle stelle e Tu sei l'unica donna per me (incisa anche in lingua inglese) che gli fece vincere il Festivalbar, e che è stato il 45 giri più venduto nel 1979 in Italia.